LA SPECIE IMPRENDITORIALE E LA SUA TUTELA di Sauro Pellerucci


Etica e crescita nel mercato. La Multimodalità

Vi ringrazio di essere qui presenti a questa Convention che definisco storica per la Pagine Sì! S.p.A., a questa Convention in cui il nostro passato ed il nostro futuro si incontrano e si fondono in una reciproca conoscenza che passa anche da questo momento, da questo preciso momento, dall’adesso e dal qui, oggi 31 ottobre 2009 a Riva del Garda.

Le parole passato, futuro, adesso, sono delle espressioni verbali, dei termini, che ottengono un significato solo dal loro passaggio nella nostra realtà che ne trasforma il senso, continuamente, il futuro diviene adesso e… un attimo ed è già passato.
Quindi le parole traggono vita dalla realtà, definendola oppure, per difetto, inventandola e modificandola a nostro piacimento.

Vi sono dei termini che a pronunciarli lasciano un retrogusto incerto e che se non apparissero noiosi spingerebbero chiunque a studiarli con l’onestà e l’intuizione tipiche di chi ha ancora molto da dare e molto da ricevere, in questo mondo.
Questi termini  una volta che ci permettono di essere da noi scoperti (perché sono loro ad aprirci il varco per raggiungerne il significato) ci invitano ad esperienze del tutte nuove ed inesplorate, a prima vista molto incerte, che al dipanarsi delle trame e degli avvenimenti si dimostrano come quelle per le quali vada la pena di impegnarsi e le uniche realmente sicure.
Come dicevo vi sono termini che, se compresi nel nostro agire quotidiano, ci portano a dominare situazioni ritenute di difficile gestione e sviluppare visioni nuove ed insperate, vi sono dei termini che se inseriti e vissuti nel loro significato nel nostro agire sprigionano una forza inimmaginabile che rende sicuro anche il più pericoloso passaggio, certo anche il progetto più arduo.
La differenza tra il successo e l’insuccesso non passa quasi mai per il “Cosa” ma quasi sempre per il “Come”. Si può cadere per le scale ma anche scalare l’Everest, tutto dipende dal “Come”, dal modo in cui ci accingiamo ad interpretare il nostro compito.
L’essere riusciti ad ottenere un risultato eccellente ed aver posto fine ad un monopolio, essere un gruppo di lavoro di successo che attira i migliori talenti, partire da una posizione di forte svantaggio senza i favori del pronostico (potremmo dire) e divenire un’ancora di salvataggio anche per tanti nostri ex-colleghi, sono fatti che dimostrano quanto fondamentale sia definire il “Come” prima di intraprendere un qualsiasi percorso.

La nostra scelta di 13 anni fa e la scelta di oggi per il domani è: pensare alle cose in maniera ETICA.
ETICA è il termine primo ed il termine ultimo del nostro percorso.

Non è un termine nuovo, vero? Anzi, è molto usato per segnalare quello che è venuto visibilmente a mancare nel mondo finanziario negli ultimi anni e che ha creato non pochi disagi a molti.
Dunque, ETICA, è un termine che incide, che se manca crea disagi e che se c’è, al contrario, crea agio. Questo è un fatto di cui abbiamo tenuto conto.

Quindi un termine può anche non soltanto definire, ma anche determinare un fatto concreto, determinarlo nel preciso senso di “farlo accadere”, a patto che il termine venga fatto proprio ed applicato (trasposto) quotidianamente.
Un’organizzazione che pone il pensiero etico al centro della propria capacità di indirizzo si propone di poter superare qualsiasi ostacolo e di attrarre i migliori talenti umani, a discapito delle organizzazioni concorrenziali che percorrono sentieri quotidiani diversi.

Ad una recente conferenza stampa mi è stato chiesto quale potesse essere la chiave di un successo che ci accompagna da oltre un decennio e che anche in questo duro e sofferto 2009 ha continuato a sospingerci, a farci crescere.
Semmai vi fosse una sola risposta direi che il pensiero etico è la chiave del nostro successo.

Il pensiero etico ha costruito quotidianamente il complesso di regole che ci hanno spinto a riconoscerci, a sceglierci, ad evitare la frequentazione con tipologie professionali ed umane non compatibili con la nostra visione, a sviluppare un’organizzazione aziendale intelligentemente flessibile, e ci ha permesso di incontrare, scegliere e farci scegliere da uomini e donne davvero eccezionali che avvicinandosi a noi vedono il percorso compiuto, vedono le strutture, le tendenze, l’armonia e la produttività di un gruppo di persone che guarda al futuro con la certezza di non avere nient’altro da perdere che ciò che è riuscito con passione a costruire.

“Etica e crescita nel mercato”
L’Etica come scintilla iniziale, quale strumento motivazionale, per proporre un diverso modo di fare azienda e di proporsi sul mercato.
L’Etica volta a costruire una visione interna che incide, trionfalmente, sul mercato.
Beh, all’inizio del mio intervento parlavo di retrogusto un po’ noioso di taluni termini… andiamo a vedere come, invece, l’applicazione quotidiana dell’Etica diviene gioia funzionale per il nostro successo.

“Etico è agire in modo non entropico”
Produrre un indotto che rappresenti la base di un più alto livello di energia potenziale, è la finalità di ogni azione che si intraprende nel nostro gruppo di lavoro.
Contrastare il processo di depauperamento delle energie che naturalmente si registra nei processi produttivi è il preciso scopo della nostra azienda.
Lo stupefacente percorso compiuto dalla Pagine Sì! S.p.A. è spiegabile soltanto combinando principi di scienze diverse, traendone un principio alchemico più tipico della metafisica borgesiana che delle teorie economiche.
Ogni divenire che procede dal pathos all’ethos produce fatti umani e li traduce in un percorso, portandoli in un territorio di transito. Il continuo fermento delle idee, la capacità di accoglierne la discontinuità con quanto già esistente e la loro normalizzazione in procedure genera una forma di energia di nessuna entropia che, anzi, potenzia ed innalza il livello di energia potenziale presente nell’organizzazione produttiva. Riuscire a rinnovare continuamente questa tipologia di processo produce una qualità dinamica non riconducibile ad un sistema entropico.

“Etico è stimolare il rispetto delle regole”
Stabilire le regole di convivenza e di indirizzo è uno degli scopi che ha posto in essere il nostro gruppo di lavoro.
In Pagine Sì! S.p.A. la costituzione di un insieme di regole, scritte e non, ha lo scopo di creare le condizioni per ottenere l’obiettivo del miglioramento continuo delle stesse; soltanto un eccellente livello della qualità delle regole può stimolarne il rispetto, soltanto il rispetto delle regole poste in precedenza fornisce lo stimolo a partecipare per svilupparne di nuove. Fondanti sono quelle regole che spingono a riscriverne di migliori, centrando l’obiettivo del miglioramento continuo posto alla base di ogni processo di regolamentazione.
Esistono regole e prassi che generano vantaggi per i comportamenti e le organizzazioni più virtuose ed altre che stimolano la messa in atto di atteggiamenti che complicano od interrompono la connessione tra i processi; saper sviluppare un’organizzazione che premi le prime significa garantire la continuità di azione in difesa dall’entropia.

“Etico è costruire un ambiente di comune armonia”
La visione del nostro gruppo di lavoro è centrata sulla costituzione di un sistema di ambienti in cui la comunità viva in armonia.
La condivisione della visione è elemento indissolubile dell’armonia stessa che non può prescindere dal rispetto del sistema di regole posto in stato di miglioramento continuo e quindi, per sua natura, perfettibile ed accettato in armonia in qualsiasi momento della sua evoluzione.
Evidentemente tale sistema armonico è realizzabile solo se espressione del rispetto di norme in miglioramento continuo in un sistema che fornisca sempre maggiori opportunità a ciascun individuo inserito nella comunità. Questa è il prodotto più concreto di un sistema non entropico aperto.

“Etico è offrire un valore equo”
Fornire un livello di servizio per un controvalore equo è l’espressione finale di un’organizzazione che produce valore per i propri clienti e, quindi, per se stessa.
La non entropia produce competenze di crescenti qualità, il rispetto delle regole rispecchia il percorso della loro stessa formazione, l’ambiente di comune armonia fa prosperare le personalità.
Le tre categorie etiche relative al fare, cioè agire, stimolare e costruire, ne determinano una ulteriore, offrire servizi costruiti sul reale valore degli stessi, definendo l’equilibrio come il punto di convergenza tra i benefici apportati e la dinamica del livello di prezzo.

“Etico è aprirsi al diverso modo”
Aprirsi alle modalità altrui aumenta le possibilità di interazione e di arricchimento reciproco. L’ascolto è la primaria modalità di apertura, l’osservazione empatica la principale azione di interrelazione tra i diversi modi di fare ed il cambiamento la più profonda dimostrazione di partecipazione al processo di apertura.
Far proprio il modo altrui rappresenta il primo passo per trasferire il nostro modo all’intera organizzazione aziendale trasformandoci da oggetti del trasferito a soggetti trasferenti.

Queste sono alcune categorie dell’Etica aziendale, sono esperienze di vita che si cristallizzano in termini, in parole, in nuove capacità interpretative e di azione.

Quindi continuando ad Agire, a Stimolare, a Costruire, ad Offrire e ad Aprirci, conseguiremo la Crescita nel mercato mantenendo, ciascuno, il proprio modo di pensare. Pensare e fare a modo nostro, in un mercato difficile ed aperto a continue innovazioni, ad opportunità ma anche all’incognita del non conosciuto.

Per questo dobbiamo muoverci in più direzioni, valorizzare il presente leggendo il passato, potenziare le strategie di sviluppo sui diversi media e mantenerci al centro di queste dinamiche.

Dicevamo, aprirsi al diverso modo così da rappresentare noi stessi con “un diverso modo di fare”, il nostro, ed a modo nostro apriamo la Convention 2009, che brinda all’Etica e punta sul Modo, sulla Multimodalità.

Sì, la Multimedialità è limitatamente e tecnicamente oggettiva ed allora, eticamente in linea con la nostra visione, puntiamo sulla Multimodalità che compendia qualità squisitamente umane, tradotte in sensazioni soggettive, proprie.
Nello svilupparsi della Convention scopriremo come la Multimedialità possa arricchirsi dall’accostamento alla Multimodalità.

Il termine Multimodalità esprime la capacità di utilizzare i media in modo personale, nel proprio modo, e permette di lavorare rispettando la propria personalità, contiene il forsennato sviluppo tecnologico indirizzandolo allo sviluppo delle nostre competenze, ci stimola a puntare, in questo mondo tecnocratico, sulla scoperta sensibile che vive quotidianamente in ciascuno di noi e che si chiama intuizione.
Il termine Multimodalità ci permette di mantenerci al centro del divenire della realtà, dinamicamente presenti, attenti, etici, umani.

I modi sono diversi,  solo tu puoi essere uguale a te stesso, perché ciascuno di noi è unico…

L’artefice del proprio destino
non fu l’uomo che molto ha pensato,
ma l’uomo che in giusta misura venne sognato
sognato da sé stesso


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